Leggi e Commenta!

Il viaggio di Dante
raccontato
IN PROSA.
La Divina Commedia,
passo dopo passo.
PARADISO COMPRESO!


martedì 12 settembre 2017

Restaurato il «Castello di Dante», nel luogo che forse ispirò la «Spirale dantesca»!


Dopo circa trenta mesi di lavoro, è tornato finalmente a splendere il Castello di Paratico, nel bresciano, definito anche il «Castello di Dante», visto che -forse- fu luogo di soggiorno del grande Poeta.
Eccolo in foto (che è tratta da qui).




A parlare per prime di questo soggiorno furono le cronache della famiglia Lantieri de Paratico. Secondo questi documenti, Dante, durante il suo esilio, si sarebbe rifugiato tra le mura e i vigneti di Lantiero Marchesio di Paratico, potestà di Piacenza e signore di alcune terre sulla riva del fiume Oglio.

Ma in seguito vi hanno fatto riferimento anche altri, che tra l'altro hanno cominciato ad individuare nella Commedia delle tracce del territorio di paratico.
Per esempio, il professor Vincenzo Busti riteneva che fosse proprio il panorama di quella zona, ed in particolare il Monte Isola, ad ispirare l'isola del Purgatorio.
Ecco la foto del Monte (Di Luca Giarelli - Opera propria, CC BY-SA 3.0, Per la foto VEDI QUI)



Altri hanno visto (con poca probabilità, però) nel colle del Castello la fonte di ispirazione del colle della salvezza del primo canto dell'Inferno.


Mentre, l’architetto Graziano Schiaretti, responsabile del restauro conservativo del Castello, ha ipotizzato addirittura che i vigneti del castello di Paratico abbiano suggerito al Poeta il percorso di discesa verso l’Inferno e di salita verso il Paradiso (la cosiddetta “Spirale Dantesca”).
Naturalmente, queste sono solo ipotesi, prive di qualunque prova a sostegno, ma che comunque risultano abbastanza suggestive.

Altrettanto suggestiva è anche l'idea che Dante, durante il suo peregrinare, soggiornasse al Castello.

Castello che era caduto abbastanza in decadenza, dopo che, diviso tra gli eredi Lantieri, erastato incendiato dai Lanzichenecchi quando scesero a Roma all'inizio del Cinquecento.
Solo ora, dopo secoli di rovina, è stato finalmente restaurato.

L'opera di restauro delle mura e delle torri del Castello si deve ai due fratelli Belussi, Bruno e Renato, che, per onorare la memoria dei genitori, non hanno diviso la proprietà ed hanno finanziato i lavori.
Il restauro è stato progettato dall’architetto Graziano Schiaretti, e sono stati eseguiti sotto il controllo della Soprintendenza di Brescia. Il tratto di strada sterrata sul fianco del colle è stato illuminato con una catena di luci fino al portale, dove è affisso lo stemma della casata dipinto dall’architetto Laura Gervasoni.
La fine dei lavori è stata festeggiata con una cena celebrativa organizzata dai due fratelli Belussie con la presentazione dei vini di Franciacorta coltivati sulla collina e tra le mura del castell, su quei filari che forse ispirarono, come abbiamo visto, alcuni passi del Poema di Dante.



Nessun commento:

Posta un commento