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Il viaggio di Dante
raccontato
IN PROSA.
La Divina Commedia,
passo dopo passo.
PARADISO COMPRESO!


giovedì 28 settembre 2017

Il «Cammino di Dante»: la Romagna che ha ispirato la Divina Commedia!

Per chi volesse avventurarsi sulle tracce di Dante, in Emilia Romagna non avrebbe che l'imbarazzo della scelta!
Infatti, tanti e tali sono i punti di interessi legati al grande Poeta che in quei luoghi è stato recentemente realizzato un vero e proprio percorso dantesco, il cosiddetto "Cammino di Dante"!



Si tratta di una vera e propria rete di strade che permettevano agli uomini di quei tempi di spostarsi dalla Romagna alla Toscana. Rete di strade che fu percorsa, naturalmente, anche da Dante. E che anzi, da quei luoghi fu anche ispirato per la sua grande opera.
La Divina Commedia, infatti, è
intrisa dei personaggi, dei borghi, dei paesaggi e dei castelli che hanno animato questa zona e che Dante ha incontrato o con cui comunque è venuto a contatto.

I percorsi e i sentieri del Cammino di Dante si muovono sopra le punte dell’Appennino. Certo, strade più disagevoli rispetto a quelle del fondovalle, ma più sicure. C'erano meno rischi di incontrare briganti e piccoli criminali.
Si tratta di un percorso ad anello, di circa 380 chilometri, che collega Ravenna -dove Dante morì e dove è conservata ancora la sua tomba- e Firenze, dove il Poeta visse la sua giovinezza.

Le varie tappe sono quasi tutte citate direttamente dal Poeta. O comunque hanno ispirato i luoghi dela Commedia. Vediamole velocemente qualcuno:

-San Benedetto in Alpe, da cui si risale alla Cascata dell’Acquacheta. Dante paragonò il fragore e la violenza della cascata a quella del fiume infernale Flegetonte.
-Il borgo di Portico di Romagna. Pare (ma secondo una leggenda) che qui, a Palazzo Portinari, Dante abbia conosciuto Beatrice. 
-Il borgo di  Dovadola, una delle terre dei conti Guidi, presso i quali Dante fu ospitato.
-Forlì presso cui Dante soggiornò nel 1303 presso Scarpetta degli Ordelaffi.
-E naturalmente Ravenna, l'ultima residenza del Poeta. Tra l'altro, nella Basilica di San Francesco furono celebrati i funerali del nostro Poeta e ne è custodita la tomba, considerata monumento nazionale.

Altre info, qui e qui.

 

lunedì 25 settembre 2017

La Divina Commedia oggi, tra Dolci e Vini!

Negli ultimi tempi, la Divina Commedia sta vivendo una stagione di successo che va oltre il piano strettamente letterario.
Nel post della volta scorsa, abbiamo segnalato due recenti inziative, una legata ai profumi, un'altra alla moda.


Oggi, abbiamo modo di parlare di altri due curiosi eventi legati al poema dantesco.
Uno alla cucina, un altro al vino.


Ci riferiamo innanzitutto alla puntata del 22 settembre 2017 di Back Office Italia, in cui i concorrenti dovevano creare delle torte ispirate agli ambienti della Divina Commedia. Uno spazio particolare è stato riservato alla «Torta Purgatorio».


Per la foto, vedi qui.



L'idea era simpatica,
Purtroppo, i concorrenti non hanno mostrato una grande conoscenza dell'opera di Dante. C'è stata anche qualche confusione nei riferimenti agli ambienti (Inferno e Purgatorio).
Però è stata una puntata divertente ed interessante, da conservare, quantomeno come «curiosità» legata al nostro Poeta.


Il secondo evento è invece legato al vino.

A Noto, teatro, il prossimo 29 settembre sarà proposto un percorso gustativo tra i filari di viti.
La passeggiata si svolgerà di notte, così da risultare alquanto suggestiva. Ma soprattutto, sarà accompagnata -ed è questa la vera singolarità- da attori e musicisti, che, nelle varie tappe, si mescoleranno ai visitatori in una serie di «stazioni» teatrali.
A guidare il tutto sarà un «Omero».
Si tratta di un evento degustativo e letterario non legato esclusivamente a Dante. Ma il titolo della manifestazione fa riferimento in modo chiarissimo al nostro Poeta, anche giocando sul nome.
Il titolo infatti è «La DiVino Commedia».
 

Per la foto, vedi qui.


Dante continua a vivere, dunque, in tante e tante realtà.

E' sempre tra noi, in un modo o in altro.
E questo non può che farci piacere!




martedì 19 settembre 2017

La Divina Commedia oggi, tra Profumi ed Alta Moda!

Negli ultimi tempi, il fascino della Divina Commedia sta sfondando anche in campi tradizionalmente molto diversi dalla letteratura.

Qualche giorno fa, per esempio,la maison Salvatore Ferragamo ha prodotto una nuova collezione di profumi -la Tuscan Soul- che vuole in qualche modo proporre gli odori e i sapori della Toscana. E ovviamente, tra i vari riferimenti toscani, non poteva mancare quello al grande Poema di Dante. Uno dei profumi della linea si chiama proprio «Divina Commedia».
 

Per l'immagine e la descrizione del profumo, vedi qui.

Si tratta di un profumo che unisce la freschezza dell'arancio amaro alle note piccanti del cardamomo e ad altri effluvi, quali la noce moscata, il legno di Gaiac affumicato e le note di Vetiver.

Un altro esempio proviene dalla moda, ed esattamente dalla nota rivista Vogue Italia.
Venerdì 22 settembre, si celebrerà il party che inaugurerà il nuovo corso del periodico.
Per tale occasione, il direttore artistico dell'evento, Riccardo Tisci ha pensato di puntare sull'italianità. Così, il format della serata sarà dedicato al Rinascimento ed -appunto- alla Divina Commedia.

Ben vengano, quindi, queste iniziative legate ad uno dei nostri più grandi patrimoni nazionali.






   


sabato 16 settembre 2017

Un percorso naturalistico dedicato alla Divina Commedia!

Il 17 settembre, a Romano D'Ezzelino, in provincia di Vicenza, si svolgerà l'inaugurazione di nuove opere "naturalistiche" dedicate alla Divina Commedia.

L'avvio di questa iniziativa risale all'estate del 2016, quando un gruppo di fioristi locali, i Palladio Florist ha deciso di rendere omaggio a Dante creando un percorso artistico usando solo gli elementi naturali presenti sul posto.
Così, è nato un luogo suggestivo, dove i visitatori possono quasi «entrare» concretamente nel mondo della Divina Commedia e potranno muoversi tra queste installazioni dantesche: i simoniaci, la barca di Caronte, il leone, le ceneri di Dante, l’osservatorio e il libro della Divina Commedia.
Queste erano quelle presenti finora. Ma recentemente ne sono state aggiunte altre, che verranno appunto inaugurate domenica 17 settembre: la lupa, la pena del contrapasso, gli avari e la Candida Rosa.

Nelle foto (tratte da qui), due esempi delle installazioni realizzate dal Palladio Florist:

la Porta degli Inferi

E una delle tre fiere, il leone:

Ma per quale motivo questa simpatica iniziativa è avvenuta proprio in questo luogo?

Il Comune di Romano D'Ezzelino si trova ai piedi di un colle, il «Col Bastia», chiamato da tutti anche con il nome di «Colle di Dante» in quanto viene citato dal Poeta in un passo della Divina Commedia.
Infatti, nel Paradiso (IX, 25-30), Cunizza da Romano, volendo parlare di suo fratello Ezzelino III (da cui il nome del comune in questione), dice così:

«In quella parte de la terra prava
italica che siede tra Rïalto
e le fontane di Brenta e di Piava,

si leva un colle, e non surge molt’ alto,
là onde scese già una facella [Ezzelino]
che fece a la contrada un grande assalto.»

A Romano c'era il castello di Ezzelino -signore della Marca Trevigiana (un'area intorno a Treviso), vissuto all'inizio del XIII secolo- di cui oggi è rimasta in piedi la torre campanaria.
In foto, la torre ezzelina (Foto di Roberto frison - Opera propria. Per i riferimenti VEDI QUI)






mercoledì 13 settembre 2017

696 anni fa moriva Dante! E moriva a causa di una zanzara!

Tra il giorno di oggi -13 settembre- e quello di domani -14 settembre- di 696 anni fa (e cioè nel 1321) nelle valli del Comacchio moriva Dante Alighieri.
E moriva di un male di cui si è tornati a parlare tanto in questi giorni: la malaria.

Il Poeta era di ritorno da Venezia, dove aveva svolto un'ambasceria per conto di Guido Novello da Polenta, il signore di Ravenna, presso cui era ospite.
Infatti, dato che il doge della città lagunare si era alleato con Forlì per fare guerra a Ravenna, Guido aveva chiesto a Dante di intercedere per lui con il Senato veneziano. Forse aveva chiesto aiuto a lui perché era amico degli Ordelaffi (signore di Forlì), o forse solo perché era un personaggio prestigioso e comunque dotato di capacità diplomatiche ed esperienza sul campo. Tanto che già altre volte, il da Polenta lo aveva usato come ambasciatore.


In effetti, la missione di Dante andò a buon fine, da un punto di vista politico.
Ma fu fatale per lui, che, durante il viaggio di ritorno, fu colpito dalla malaria nelle paludosi valli del Comacchio e, a soli 56 anni, perse la vita.


Quindi, la colpevole della morte del grande Poeta fu una zanzara.
Una zanzara portatrice del parassita della malaria.

Questa malattia ebbe una grande diffusione nel tempo, tanto che arrivò persino a Roma, attraverso la via Francigena, la stessa via che percorrevano i pellegrini diretti verso San Pietro (e che forse percorse anche Dante).


Il Poeta non fu la sola vittima celebre di questa malattia: ne morirono anche altri personaggi noti, quali Raffaello, Caravaggio e Fausto Coppi.

Per una breve storia della malaria, vedi qui.
 

In foto, la tomba di Dante a Ravenna (per la foto, Di Petar Milošević - Opera propria, CC BY-SA 4.0, vedi qui)

 


martedì 12 settembre 2017

Restaurato il «Castello di Dante», nel luogo che forse ispirò la «Spirale dantesca»!


Dopo circa trenta mesi di lavoro, è tornato finalmente a splendere il Castello di Paratico, nel bresciano, definito anche il «Castello di Dante», visto che -forse- fu luogo di soggiorno del grande Poeta.
Eccolo in foto (che è tratta da qui).




A parlare per prime di questo soggiorno furono le cronache della famiglia Lantieri de Paratico. Secondo questi documenti, Dante, durante il suo esilio, si sarebbe rifugiato tra le mura e i vigneti di Lantiero Marchesio di Paratico, potestà di Piacenza e signore di alcune terre sulla riva del fiume Oglio.

Ma in seguito vi hanno fatto riferimento anche altri, che tra l'altro hanno cominciato ad individuare nella Commedia delle tracce del territorio di paratico.
Per esempio, il professor Vincenzo Busti riteneva che fosse proprio il panorama di quella zona, ed in particolare il Monte Isola, ad ispirare l'isola del Purgatorio.
Ecco la foto del Monte (Di Luca Giarelli - Opera propria, CC BY-SA 3.0, Per la foto VEDI QUI)



Altri hanno visto (con poca probabilità, però) nel colle del Castello la fonte di ispirazione del colle della salvezza del primo canto dell'Inferno.


Mentre, l’architetto Graziano Schiaretti, responsabile del restauro conservativo del Castello, ha ipotizzato addirittura che i vigneti del castello di Paratico abbiano suggerito al Poeta il percorso di discesa verso l’Inferno e di salita verso il Paradiso (la cosiddetta “Spirale Dantesca”).
Naturalmente, queste sono solo ipotesi, prive di qualunque prova a sostegno, ma che comunque risultano abbastanza suggestive.

Altrettanto suggestiva è anche l'idea che Dante, durante il suo peregrinare, soggiornasse al Castello.

Castello che era caduto abbastanza in decadenza, dopo che, diviso tra gli eredi Lantieri, erastato incendiato dai Lanzichenecchi quando scesero a Roma all'inizio del Cinquecento.
Solo ora, dopo secoli di rovina, è stato finalmente restaurato.

L'opera di restauro delle mura e delle torri del Castello si deve ai due fratelli Belussi, Bruno e Renato, che, per onorare la memoria dei genitori, non hanno diviso la proprietà ed hanno finanziato i lavori.
Il restauro è stato progettato dall’architetto Graziano Schiaretti, e sono stati eseguiti sotto il controllo della Soprintendenza di Brescia. Il tratto di strada sterrata sul fianco del colle è stato illuminato con una catena di luci fino al portale, dove è affisso lo stemma della casata dipinto dall’architetto Laura Gervasoni.
La fine dei lavori è stata festeggiata con una cena celebrativa organizzata dai due fratelli Belussie con la presentazione dei vini di Franciacorta coltivati sulla collina e tra le mura del castell, su quei filari che forse ispirarono, come abbiamo visto, alcuni passi del Poema di Dante.



lunedì 11 settembre 2017

Roma nella Divina Commedia: Via Trionfale e Monte Mario!

Come abbiamo già visto in un post precedente, la città di Roma era molto importante per Dante, e per questo è anche presente in gran quantità nella Divina Commedia.

Del resto, è più che probabile che il Poeta visitò Roma di persona, nel 1300 o nel 1301.
Ora, se questo fosse vero, da quale parte sarebbe arrivato a Roma, proveniendo da Firenze?

Certamente da Nord.

Ora,  la via obbligata per venire a Roma da settentrione era la zona della città che si trova tra gli attuali Monte Mario e Balduina. Era la stessa via percorsa dai pellegrini, la cosiddetta «via Francigena».

Ed è, infatti, proprio la zona di Monte Mario che Dante utilizza nella Commedia come luogo significativo per indicare la città di Roma.
Perché era il luogo conosciuto da tutti i viaggiatori diretti nella città santa, il primo che si apriva ai loro occhi.


Infatti, in Paradiso, l'antenato Cacciaguida spiega al Poeta che anche Roma («Monte Malo», cioè «Monte Mario») un giorno cadrà così come è decaduta Firenze (l'Uccellatoio):


Non era vinto ancora Montemalo
dal vostro Uccellatoio, che, com'è vinto
nel montar sù, così sarà nel calo.

Paradiso, XV, 109-111

Anche per Firenze, l'Uccellatoio era la prima zona di fronte a cui si trovavano i pellegrini.

Ma tornando a Roma, vediamo com'era la situazione delle strade all'epoca di Dante.

A quei tempi, per arrivare a Roma da Firenze si utilizzava la via Cassia. Arrivati alle porte della città, essi si trovavano di fronte al Ponte Milvio (allora «Ponte Mollo»), distrutto dalle vicende belliche medievali, e da qui potevano prendere solo l'antica via Triumphalis.
Quindi, attraversata un'ampia zona (dove nel Quattrocento sarebbe sorta la straordinaria villa Mellini e dove ora si trova l'Osservatorio Astronomico), sbucavano nell'attuale quartiere della Balduina, zona che anticamente veniva definita appunto «Monte Mario».
Da qui potevano già ammirare San Pietro. Il viaggio dei pellegrini era quasi arrivato al termine. Non toccava altro, a questo punto, che arrivare alla basilica.



Ecco quale doveva essere l'immagine che pressappoco dovevano trovarsi davanti.

 

Pressappoco, perché questo dipinto (che rappresenta Roma vista dalla Balduina) risale all'Ottocento (per l'immagine -Olio di Salomon Corrodi, del 1876- VEDI QUI).
A sinistra si può vedere l'accesso alla villa Mellini, che non esisteva nel Trecento. All'epoca di Dante il paesaggio doveva essere un po' diverso, ma il dipinto rende comunque l'idea.

venerdì 8 settembre 2017

Lo schema della Divina Commedia in Game of Thrones!

Chiunque abbia visto anche solo qualche episodio di Game of Thrones, si sarà accorto della grande quantità di morte e di violenza da cui è caratterizzata questa serie tv.

Ora, morte, sangue, violenza (e anche sesso) fanno da sempre parte del repertorio di elementi che in qualche modo risultano più graditi al pubblico.
Tanto che qusti stessi elementi li ritroviamo in uno dei più grandi capolavori letterari della nostra storia: la Divina Commedia.

Ora, non stupisce che questi due prodotti -Game of Thrones e la Divina Commedia- possano evidenziare delle analogie in tutto questo. Però, c'è chi ha notato, sulla rete, un legame più significaivo tra di loro.
Tutti sappiamo che nel suo Poema, Dante utilizzava, per determinare la condizione delle anime nell'aldilà, di una  regola ben precisa: quella del contrapasso (con una «p» sola).
Bene. Sembrerebbe che anche le varie e numerosi morti di Game of Thrones sarebbero determinate da una regola simile. Non per la condizione dell'aldilà, quindi, ma per il tipo di morte.
L'idea è stata proposta su Reddit da razobak09, che ha fatto notare diversi elementi interessanti che farebbero pensare a questo. Il redditor ha mostrato come molti dei personaggi della serie tv siano  stati uccisi nello stesso modo con cui hanno ucciso altri. Oppure, che hanno ricevuto il colpo di grazia con la loro arma preferita.



Per l'immagine: 
"Di Mazel - screenshot catturato da me, Copyrighted", 

Ecco qualche esempio:

-Ramsay dava le persone in pasto ai suoi mastini e viene ucciso nello stesso modo 

-Ned Stark ha decapitato un Corvo fuggitivo e muore decapitato dalla sua stessa spada 

-Tywin Lannister ha ordinato le Nozze Rosse, dove molti Stark sono stati uccisi con delle balestre, e a sua volta, lui viene ucciso propri da una balestra 

-Roose Bolton ha ucciso Robb Stark con una pugnalata al cuore e viene ucciso nello stesso modo 

-Walder Frey ha ordinato di tagliare la gola a Catelyn Stark e muore a sua volta sgozzato da Arya 

-Olenna Tyrell ha ucciso Joffrey con il veleno e muore nello stesso modo 

-Joffrey ha dato ordine di giustiziare Ned e viene ucciso con un veleno che, negli ultimi attimi, gli impedisce di parlare 

-Le Vipere delle Sabbie vengono uccise secondo il loro stesso stile di combattimento: Nymeria viene strozzata dalla sua frusta, Obara impalata con la sua lancia e Tyene avvelenata dal suo veleno preferito 

-Ditocorto ha tradito Ned Stark mettendogli un coltello alla gola e muore sgozzato con lo stesso pugnale



Altri riferimenti, poi, appaiono nei commenti:


-Polliver uccide Lommy con Needle, la spada di Arya, trafiggendolo in gola. E muore nello stesso modo, mentre Arya pronuncia le stesse esatte parole che il soldato Lannister ha detto a Lommy, prima di ucciderlo 

-Jon uccide il "fratello" corvo Qhorin e viene ucciso a sua volta dai "fratelli" dei Guardiani della Notte 

-Ygritte uccide molte persone col suo arco e muore a causa di una freccia 

 -Tywin ha sempre trattato Tyrion malissimo (quasi come una «cacca») e lo assegna alla gestione delle fogne di Castel Granito. E muore sulla latrina, evacuando.


-Lysa Arryn uccide i suoi nemici spingendoli giù dalla Porta della Luna e viene uccisa nello stesso modo 


I collegamenti sembrerebbero esserci.
Ma saranno voluti?

mercoledì 6 settembre 2017

Roma nella Divina Commedia: Ponte Sant'Angelo!

Dante cita spesso Roma, nella Commedia, e lo vedremo in post successivi.
Ed in effetti, Roma, per lui, era importantissima perché era stata
«stabilita per lo loco santo u' siede il successor del maggior Piero» (Inferno, II, 23-24).

Ed anche perché era stata destinata dalla Provvidenza a costituire il nocciolo di quell'Impero che avrebbe guidato il mondo.

 

Ma Dante vide mai Roma di persona?
Forse sì. 
E in due occasioni:

-Nel 1300, durante il primo Giubileo della storia.
-N
ell'ottobre del 1301
, quando il Poeta sarebbe andato a parlare con il papa Bonifacio VIII per discutere dei problemi di quest'ultimo con Firenze. In questa occasione, secondo l'antico cronista Dino Compagni, Dante avrebbe detto: 


«Se io vado, chi resta [a difendere Firenze]? E se io resto, chi va?».

A Roma, il Poeta avrebbe  soggiornato presso un antico albergo, posizionato a via dell'Orso: l'Albergo dell'Orso.


A sinistra, l'antica locanda dell'Orso. A destra, l'Albergo com'è ora.
per le immagini, VEDI http://www.prolocoroma.it/via-dellorso-e-la-sua-omonima-locanda/
 

Ma siamo sicuri che Dante vide Roma?

C'è un passo della Commedia che fa pensare di sì.
Nel canto XVIII dell’Inferno, infatti, il Poeta  descrive in modo estremamente preciso qual era stata la strategia messa in atto dai romani per regolare la circolazione dei pellegrini sul ponte che collegava Castel Sant'Angelo all'altra riva del Tevere (il Monte Giordano).


La circolazione, infatti, doveva risultare difficile a causa della grande folla presente a Roma per il Giubileo del 1300.
Così, si era stabilito di dividerla in due file, una diretta verso il Castello, una verso l'altra parte.


Nell'Inferno, Dante paragona questa doppia circolazione al procedere in due sensi opposti di due file di peccatori (ruffiani e seduttori) all'interno di una bolgia.
In pratica, i dannati si muovono su due file, così

«come i Roman per l'essercito molto,
l'anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto, 
 

che da l'un lato tutti hanno la fronte
verso 'l castello e vanno a Santo Pietro,
da l'altra sponda vanno verso 'l monte.»

Inferno, XVIII, 28-33.

Il ponte in questione era l'attuale «Ponte Sant'Angelo».


Nell'immagine si vede il Ponte 
che collega il Castello al Monte Giordano.


Questo passo della Commedia fa pensare che Dante possa essere stato a Roma, almeno nell'anno del Giubileo, e cioè nel 1300.
La quasi sicurezza deriva dal fatto che questa descrizione del traffico su Ponte Sant'Angelo è presente (almeno nei documenti rimastici) solo nella Commedia.
E' vero però che Dante era bravissimo a fare delle descrizioni di luoghi non visti e che poteva aver sentito parlare di questa cosa da altri pellegrini.

Tuttavia, rimane saldo tutto il fascino di questo piccolo quadretto della Roma dell'epoca inserito tra le pieghe dei versi del Poema!

lunedì 4 settembre 2017

Il discendente di Dante incontra quello di colui che lo condannò all'esilio! Esilio da cui sgorgò la Divina Commedia!

Il 29 settembre prossimo, a Gubbio, all'interno del Festival del Medioevo, avverrà uno strano incontro, in qualche modo «riparatore» di un triste evento avvenuto sette secoli fa.

Infatti, nel 1302, il podestà Cante Gabrielli da Gubbio condannò all'esilio e alla confisca dei beni Dante Alighieri.
Un esilio diventato leggenda grazie alla Divina Commedia.

Ebbene, oggi, dopo più di 700 anni da quell'evento, i discendenti dei due protagonisti di quella vicenda - Sperello Di Serego Alighieri e Antoine De Gabrielli- si incontreranno a Gubbio, e cioè proprio nella città di provenienza di Cante Gabrielli, e potranno discutere di quegli antichi eventi.     








Sperello di Serego Alighieri

Per la foto, VEDI http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/protagonisti-2017/di-serego-alighieri-sperello/








Antoine De Gabrielli

Per la foto, VEDI http://www.festivaldelmedioevo.it/portal/protagonisti-2017/de-gabrielli-antoine/


L’incontro sarà gestito dalla giornalista e scrittrice Anna Buoninsegni Sartori.
La Sartori non è nuova ad occuparsi della vicenda dell'esilio dantesco.
Infatti, l'anno scorso, al Festival del Medioevo, fu rappresentato un suo testo teatrale, poi pubblicato per la Ali&No Editrice, che si intitola così:
«Se l’eugubino Cante Gabrielli non avesse condannato all’esilio Dante, il sommo poeta avrebbe scritto la Divina Commedia?».
E' innegabile, infatti, il fatto che il testo di Dante trovi una delle sue fonti di ispirazione proprio negli eventi legati a quell'esilio (si pensi al lungo dialogo con l'antenato Cacciaguida che si dispiega in ben tre canti nel Paradiso).

Bene.
Allora, appuntamento per tutti il 29 settembre a Gubbio per assistere di persona a questo celebre incontro!
Qui, il link del Festival

venerdì 1 settembre 2017

In arrivo una fiction su Dante e la Divina Commedia!

Una bellissima notizia per tutti gli amanti di Dante e della Divina Commedia!
Forse è in arrivo una Fiction sulla vita del Poeta e sulla sua grande opera.

Il "forse" è d'obbligo perché dell'evento non si trova nulla in rete e l'unico riferimento ad esso è in un articolo comparso sul Messaggero il 30 agosto scorso e che è stato postato su Twitter da Verità e Potere, e da lì rilanciato da altri account come Il Mondo di Dante.



In ogni caso, la fiction dovrebbe essere realizzata dalla Palomar, la società di Carlo Degli Esposti, che ha realizzato altre serie tv di successo, come "Il commissario Montalbano" e "Braccialetti rossi".
Anche la sceneggiatura dovrebbe essere di prim'ordine, visto che dovrebbe essere realizzata da Rita Monaldi e Francesco Sorti, già autori di thriller storici.
Per ora si tratta solo di un progetto, del quale va ancora definito quasi tutto, compreso il cast (anche se qualcuno pensa alla presenza perlomeno di Benigni).
Ma gli autori si sono già impegnati a leggere e studiare i testi più autorevoli sull'argomento.


E' da tempo che il pubblico sente l'esigenza di un film o di una serie su Dante e il suo Poema. Ma non sembrava muoversi nulla.
Strano, visto il perenne impegno della Rai nel promuovere fiction da opere culturali e da eventi storici (sopattutto italiani).
Ma nel caso della Divina Commedia, come osservano Monaldi e Sorti, "quasi sempre ci si è arenati di fronte all'immane difficoltà di rendere visivamente l'opera di Dante", con evidente costi di produzione eccessivi e con eventuali "deragliamenti stilistici" che potrebbero portare ad un prodotto di qualità davvero troppo scadente.
Un ultimo grande tentativo di provare questa impresa ci fu nel 1965, e per la tv dell'epoca si ottennero risultati anche abbastanza validi. Parliamo dello sceneggiato con Albertazzi, Palmer, Loretta Goggi, ecc..
Però, più che vera fiction era piuttosto un docudrama, come sottolineano Monaldi e Sorti, in cui una voce esterna descriveva la vita del Poeta e il contesto storico.

E' chiaro che una cosa del genere non è più proponibile oggi.

Comunque, ormai i tempi sembrano maturi per provare a proporre l'opera dantesca al grande pubblico.
Qualcosa di più si dovrebbe sapere in autunno.
Ma siamo tutti in fremente attesa!